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PUG - Disciplina del Piano

Azione 2.4a Difendere l'abitabilità e i caratteri della città storica


 

> Descrizione  
Il piano acquisisce i concetti di eredità urbana storica e di paesaggio storico urbano introdotti a
partire dal 2005 dall’Unesco. Il paesaggio urbano storico è il territorio urbano che si estende al di là del concetto di “centro storico” e include la topografia, la geomorfologia, l’idrologia e le caratteristiche naturali del sito; il suo ambiente costruito, sia storico che contemporaneo; le sue infrastrutture di superficie e sotterranee; i suoi spazi aperti e giardini; i modelli di uso del suolo e l’organizzazione spaziale; le prospettive e le relazioni visive e tutti gli altri elementi della struttura urbana. “Paesaggio urbano storico” è tutta l’area urbana, che comprende una stratificazione storica complessa di valori e caratteri culturali e naturali. Gli aspetti ambientali, umani ed economici, considerati in maniera integrata, sono messi al centro della disciplina sulla conservazione dei caratteri del paesaggio urbano storico, che declina i tre obiettivi del Piano, resilienza, abitabilità, e attrattività.
 
2172
Le indicazioni a supporto della progettazione per i tessuti storici derivano da studi di carattere
interdisciplinare che considerano gli aspetti economici e sociali di questo paesaggio e i caratteri
morfologici, le caratteristiche urbanistiche, le relazioni visive, come descritto nelle schede di Profilo e Conoscenze e relativi approfondimenti.
 
2173
Insieme alla presente Azione, la disciplina per la conservazione e il rinnovamento del paesaggio urbano storico ricomprende le norme per la tutela dell’abitabilità dei tessuti urbani storici e la loro valorizzazione(Azione 2.4b >>), la tutela dell’eredità urbana storica costituita dal patrimonio di interesse storico-architettonico e culturale e testimoniale (Azione 2.4c >>) e dal patrimonio urbanistico moderno e contemporaneo (Azione 2.4d >>).
 
2174
La città storica è costituita dai tessuti urbani di più antica formazione del nucleo di impianto medievale e la città cresciuta sul progetto della fine ‘800 che hanno mantenuto la riconoscibilità della struttura insediativa e la stratificazione dei processi di loro formazione, sia nella rete stradale e negli spazi inedificati, sia nel patrimonio edilizio e in altri manufatti costruiti. Questi tessuti, insieme ai tessuti specializzati della città storica , delineano la perimetrazione della città storica riconducibile al centro storico, ai sensi dell’art. 32 della Lr 24/2017. La città storica costituisce uno degli elementi del paesaggio urbano storico.
 
2175
I tessuti della città storica sono la parte di città dove attualmente si concentra sia la maggiore residenzialità sia la maggiore attrattività legata alla presenza dell’Università, all’offerta di servizi
culturali e ricreativi e all’afflusso turistico. Il Piano introduce elementi di regolazione e limitazione delle trasformazioni urbanistiche ed edilizie al fine di contenere i fenomeni che contrastano l’accesso alla casa e la residenza permanente nella città storica e che modificano in modo irreversibile i suoi caratteri. In particolare si definisce un limite di superficie minima per la formazione di nuovi alloggi e si indirizzano le politiche urbane verso un più ampio recupero e miglioramento dell’accessibilità e del comfort ambientale degli spazi necessari a soddisfare l’aumento della fruizione da parte di residenti e popolazione temporanea.
 
2176
> Campo di applicazione  
L’azione si applica ai seguenti elementi del Catalogo dati cartografici:
  • tessuti della città storica - nucleo di antica formazione >>;
  • tessuti della città storica - quartieri giardino >>;
  • tessuti della città storica - tessuto compatto >>;
  • edifici privi di particolare interesse nei tessuti della città storica (ES) >>;
  • edifici prospicienti via dell’Indipendenza, via Ugo Bassi e via Rizzoli >>

e ai seguenti elementi della Tavola dei vincoli- Testimonianze storiche e archeologiche >>:

  • edifici d'interesse;
  • sistema storico delle acque derivate - canali.
     
2177
> Definizione  
L’ambiente costruito che caratterizza il paesaggio urbano della città storica è costituito dal patrimonio d’interesse storico architettonico e culturale testimoniale, trattato nella successiva Azione 2.4c, ma anche da molti edifici che contribuiscono alla determinazione e al mantenimento dei caratteri del paesaggio storico urbano. Questi “Edifici privi di particolare interesse nei tessuti della città storica - ES”, sono qui definiti perchè attraverso interventi di qualificazione edilizia possono contribuire in maniera significativa al miglioramento dei caratteri della città storica.
 
2178
> Indirizzi per le politiche urbane  
Il Comune valorizza la qualità storica del paesaggio urbano promuovendo la conservazione dei tessuti urbani della città storica, incentivando la conservazione e il recupero del patrimonio edilizio esistente e riqualificando lo spazio pubblico a favore dell'accessibilità universale, attuando politiche di accessibilità pedonale, ciclabile e integrando il trasporto pubblico come occasione di riqualificazione degli spazi pubblici
 
2179
Il Comune promuove e valorizza la cura dell’ambiente urbano con un insieme di azioni integrate e coerenti che comprendono misure restrittive sulle attività commerciali di alcune tipologie; forme di sostegno e valorizzazione delle attività economiche di vicinato attraverso l’adozione e
l’aggiornamento di un Regolamento per l'esercizio del commercio nelle aree urbane di particolare valore culturale (in riferimento al D.Lgs. n. 42/2004 e D.Lgs. n. 222/2016) e l’adozione di Linee guida per gli interventi nella città storica.
 
2180
Il Comune, riconoscendo l’importanza della matrice ambientale del paesaggio storico, incentiva politiche di mitigazione ambientale, di rafforzamento del carattere verde della città storica, di risanamento e valorizzazione dei canali nei tessuti della città storica.
 
2181
> Condizioni di sostenibilità per gli interventi urbanistici  
In considerazione del buono stato di conservazione della città storica e della mancanza di aree di degrado urbanistico non sono ammessi interventi di Addensamento o sostituzione urbana; sono ammessi interventi di Ristrutturazione urbanistica, ad esclusione del nucleo di antica formazione, a condizione che siano un’occasione di ricomposizione e di valorizzazione del tessuto della città storica di riferimento. Le proposte devono essere realizzate con criteri progettuali di mitigazione e inserimento ambientale nonché di qualità urbana compatibili con il tessuto di riferimento.
 
2182
In particolare le proposte progettuali devono:
  • valorizzare le presenze di interesse storico-architettonico e/o culturale e testimoniale, le prospettive in cui essi sono inseriti, le relazioni visive e il valore d’insieme;
  • rispettare l’altezza del contesto secondo quanto definito nel Regolamento Edilizio art. 63 >>;
  • sostenere l’accessibilità pedonale e ciclabile e la realizzazione di servizi che arricchiscono la dimensione di prossimità attraverso il ricorso delle risorse provenienti dalla monetizzazione delle dotazioni per parcheggi pubblici. La città storica si configura come luogo prioritario per l’attuazione di quanto previsto dall’Azione 2.2a >> in relazione alla riduzione di parcheggi pubblici, in ragione della elevata accessibilità sostenibile attuale e in corso di implementazione.
     
2183
> Prescrizioni per gli interventi edilizi  
Le presenti prescrizioni costituiscono la disciplina particolareggiata degli interventi e usi ammissibili ai sensi dell’articolo 26, comma 1, lettera b), e dell’articolo 32, della L.R. n. 24.
 
2184
> Edifici  
Gli interventi volti a garantire la conservazione del patrimonio costruito di interesse storico-architettonico e culturale e testimoniale sono disciplinati dalla seguente Azione 2.4c >> e dal Regolamento edilizio - arrt. 73 >>.
 
2185
Tutti gli interventi sul patrimonio costruito privo di interesse (Edifici privi di interesse nei tessuti della città storica - ES) devono garantire le caratteristiche morfologiche e architettoniche coerenti con la tipologia e il tessuto della città storica, secondo le prescrizioni progettuali contenute nel Regolamento edilizio - art. 73 >>, ed evitare soluzioni che si configurino come dissonanti rispetto al contesto. Nella progettazione degli interventi deve essere sempre considerato il valore d’insieme determinato dai caratteri storici prevalenti.
 
2186
Gli interventi di Qualificazione edilizia di questo patrimonio devono essere realizzati nel rispetto delle seguenti prescrizioni:
  • per il nucleo di antica formazione: gli interventi devono essere di carattere conservativo, con la conferma dell’attuale rapporto tra volumi e spazi aperti nel rispetto di sedime e sagoma,ad eccezione dei volumi incongrui che possono essere riconfigurati, e non devono compromettere l'unitarietà delle caratteristiche morfologiche e architettoniche del Nucleo di antica formazione;
  • per i quartieri giardino: gli interventi devono rispettare il principio insediativo del tessuto con particolare riferimento al rapporto nel lotto tra edificio e spazio aperto, al rapporto tra lotto e strada, alla bassa densità e all’altezza del contesto come previsto dal Regolamento edilizio - art. 63 >>;
  • per il tessuto compatto: gli interventi edilizi sugli immobili devono rispettare il principio insediativo del tessuto con particolare riferimento alla definizione di isolati urbani con case allineate su strada e con corte centrale (cortina edilizia su strada) o comunque la tipologia insediativa dell'edificio preesistente. L’altezza dei nuovi edifici sarà definita in relazione all’altezza del contesto come previsto dal Regolamento edilizio - art. 63 >>.
     
2187
Nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione di edifici compresi in una cortina porticata, il progetto deve prevedere il completamento del sistema porticato e raccordo con i tratti adiacenti. La costruzione dei portici deve avvenire con riferimento alle indicazioni contenute nel Regolamento Edilizio - art. 36 >>.
 
2188
In tutti gli edifici nei tessuti della città storica è escluso l’insediamento di:
  • funzioni produttive (C), ad eccezione del tessuto compatto nel quale è possibile insediare le funzioni di produzione industriale e artigianale (C1) e di magazzinaggio e logistica (C2), per le quali valgono le limitazioni di cui all’Azione 3.2b >>;
  • funzioni turistiche in strutture all’aperto attrezzate (B2);
  • commercio in grandi strutture e centri commerciali (E1), in medio grandi strutture (E2) e in medio-piccole strutture (E3). Le medio-piccole strutture (E3) sono consentite negli edifici prospicienti via dell’Indipendenza, via Ugo Bassi e via Rizzoli del nucleo di antica formazione a seguito degli approfondimenti di cui al capitolo 4.1.3 della Valsat, in relazione al contesto di insediamento per valutarne la compatibilità rispetto agli impatti acustici, la mobilità e la gestione degli spazi di servizio.
     
2189
L’insediamento delle restanti funzioni è ammesso nel rispetto delle seguenti condizioni:
  • nel caso di edifici di interesse storico-architettonico e culturale e testimoniale deve essere verificata l’adeguatezza e compatibilità del nuovo uso con il rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo edilizio;
  • per la funzione residenziale in abitazioni singole (A1): alloggio minimo, come definito dal Regolamento edilizio - art. 27 - E17 >>;
  • per i locali che si affacciano su portici limitatamente alle specifiche del Regolamento edilizio - art.36 >>. In caso di insediamento di funzioni con dimensione superiore ai 250 mq di Superficie utile relative ad abitazioni collettive (A2), funzioni turistico ricettivo (B1), ove ammessa produzione industriale ed artigianale (C1), ove ammessa magazzinaggio e logistica (C2), attività direzionali in strutture complesse ed integrate in edifici che comprendono altri usi e attività (D1, D2), servizi per la formazione universitaria (D6), commercio in strutture medio piccole ove ammesso e secondo le modalità specificate (E3): presenza all’interno dell’immobile di superfici per servizi comuni per la mobilità ciclabile e per la raccolta dei rifiuti, come specificato dal Regolamento edilizio - art.27 >>
     
2190
La densità fondiaria media da utilizzarsi quale riferimento per il calcolo dei limiti inderogabili del Dm 1444/1968 risulta essere:
  • nucleo di antica formazione: 9.6 mc/mq
  • quartiere giardino: 4.2 mc/mq
  • tessuto compatto: 6.0 mc/mq.

Per le eventuali nuove costruzioni ammesse, la densità fondiaria non deve superare il 50% dei
suddetti valori e, in nessun caso, 5.0 mc/mq.

2191
Per le parti del territorio destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale (infrastrutture per l'urbanizzazione degli insediamenti e attrezzature e spazi collettivi definite nell’Azione 2.2a >>) non sono fissati limiti inderogabili di densità edilizia, per quanto previsto dall’art. 7 del Dm 1444/68.
 
2192
> Spazi aperti  
Gli spazi aperti della città storica devono contribuire al miglioramento del microclima urbano
conservando la riconoscibilità e l’organizzazione dei vuoti e degli elementi di arredo urbano, anche evitando recinzioni e preservando, qualora presenti, elementi architettonici e scultorei e di specie vegetali rare e/o monumentali.
 
2193
Nei tessuti della città storica, le strade di antico impianto e quelle realizzate sul disegno del Piano regolatore del 1889 che mantengono caratteri storici ancora leggibili, devono conservare le caratteristiche storiche e i progetti di recupero e riqualificazione devono privilegiare l’uso dello spazio per la mobilità pedonale e ciclabile. Per prescrizioni di dettaglio si rimanda al Regolamento edilizio - art.80 >>
 
2194
Gli interventi sullo spazio aperto pubblico e quelli sulle pertinenze di edifici privati devono contribuire allo sviluppo dell’eco-rete urbana, secondo quanto previsto dalla strategia 1.2 >>.
 
2195
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Azione 2.4b Valorizzare i tessuti specializzati della città storica


 

> Descrizione  
Caserma Mameli, cittadella universitaria di via Zamboni, Policlinico Sant’Orsola, Giardini di porta Saragozza e “plesso Risorgimento” dell’Università, complesso San Michele in Bosco e Istituto ortopedico Rizzoli, ex complesso militare Sant’Annunziata-Staveco, Giardini Margherita, Stazione e Dopo Lavoro Ferroviario, Certosa e Stadio sono parti di città concepiti per usi di interesse generale e collettivo a partire dalla metà del secolo XIX. Il Piano riconosce in queste parti di città un’occasione di integrazione urbana, nella delicata area di raccordo tra la città cresciuta entro le mura e i tessuti più esterni. Come nel caso dei poli metropolitani integrati di più recente realizzazione, il Piano riconosce queste parti di città come risorsa nella dimensione di offerta dei servizi di livello metropolitano e intende favorire l’attraversabilità, reinterpretando le diverse forme di preesistenza storica come tracciati, edifici e spazi aperti, e l'offerta di servizi di prossimità attraverso l’insediamento, ove possibile, di servizi culturali e ricreativi e il miglioramento delle prestazioni ambientali.
 
2196
> Campo di applicazione  
L’azione si applica ai seguenti elementi del Catalogo dati cartografici:
  • tessuti della città storica - specializzato >>.
     
2197
> Indirizzi per le politiche urbane  
La trasformazione di queste aree è strategica per integrare i tessuti urbani e pertanto il Comune
persegue un’attività di presidio e monitoraggio delle trasformazioni con i diversi soggetti competenti, anche attraverso forme di collaborazione per attuare la presente Azione.
 
2198
> Condizioni di sostenibilità per gli interventi urbanistici  
Possono essere presentate proposte di intervento in relazione ai procedimenti di cui all’art. 53, 54 e 59 della Lr 24/2017 o proposte di interventi urbanistici che attuino le azioni del Piano stabilendo il progetto urbano degli interventi da attuare e la disciplina di dettaglio degli stessi (usi ammissibili, indici e parametri edilizi, modalità di attuazione, definizione delle dotazioni territoriali, infrastrutture e servizi pubblici da realizzare o riqualificare). La verifica di assoggettabilità e/o Valsat degli accordi dimostra la sostenibilità del progetto urbano e indica le eventuali misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale e le dotazioni ecologiche e ambientali.
 
2199
Le trasformazioni devono:
  • conservare le diverse forme di preesistenza storica (tracciati, edifici e spazi aperti) e garantire l’attraversabilità per connettere i tessuti adiacenti;
  • prevedere un adeguato mix funzionale, incentrato sull’offerta di dotazioni e servizi;
  • prevedere usi di interesse pubblico e migliorare l’attuale dotazione di servizi dei tessuti limitrofi, escludendo l’abitazione;
  • sperimentare forme di coinvolgimento dei cittadini e di stakeholders, anche per attivare possibili usi temporanei, preferibilmente con una connotazione culturale e/o ricreativa;
  • rispettare la tutela degli edifici in coerenza con l’Azione 2.4c >>, anche considerandone l’origine “moderna” e talvolta il carattere di archeologia industriale;
  • migliorare la performance ambientale degli edifici, secondo quanto previsto dal Regolamento edilizio - art.28  >>;
  • preservare le aree permeabili e valorizzare l’impianto paesaggistico storico;
  • considerare il carattere di unicità dei diversi spazi, e per i contesti specificati, applicando i seguenti indirizzi, compatibilmente con quanto indicato per i poli metropolitani integrati trattati anche nella strategia 3.3 >>:
    • Complesso Caserma Mameli: la caserma conserva la destinazione in essere. Gli eventuali interventi di adeguamento o ristrutturazione devono essere progettati nel rispetto dei valori storico-documentali degli edifici esistenti;
    • Quartiere universitario di via Zamboni: il Piano recepisce e condivide la strategia dell’Alma Mater Studiorum per il campus bolognese, di cui all'Azione 3.3c >> (in questo caso si tratta del plesso del campus urbano Cittadella storica), accompagnandolo con indicazioni proprie. Per quanto riguarda le aree in oggetto, il Comune auspica interventi che rendano gli immobili universitari aperti ai cittadini oltre che agli studenti. Gli interventi dovranno garantire accessibilità universale agli immobili anche mediante la riqualificazione dello spazio pubblico che li connette;
    • Ospedale Policlinico Sant’Orsola-Malpighi: il Piano sostiene il processo di adeguamento del sistema sanitario bolognese, di cui è parte il complesso storico, attraverso l’Azione 3.3d >>. L’adeguamento e l’eventuale potenziamento del complesso ospedaliero deve avvenire nel rispetto delle presenze storiche, mitigare gli effetti sul sistema ambientale con particolare riferimento all’isola di calore, alla protezione acustica, al sistema del verde, alla laminazione delle acque meteoriche e al risparmio idrico e territoriale puntando al miglioramento dell’accessibilità attraverso il potenziamento del trasporto pubblico e della connessione tra le fermate e i servizi offerti dal polo ospedaliero. Dovrà essere assicurata e migliorata la attraversabilità dell’area per garantire le connessioni urbane;
    • Giardini di Porta Saragozza e Plesso Alma Mater Studiorum Risorgimento: l’insieme di spazi aperti ed edifici di interesse storico-architettonico (la porta e il portico, il giardino di villa Cassarini, la sede della facoltà di Ingegneria) costituisce una delle porte d’accesso alla collina. La connessione degli spazi pubblici e delle aree di altri enti deve essere occasione di connessione diretta tra città storica e collina, che permetta di raggiungere villa Aldini e,
      da lì, il parco di villa Ghigi. La connessione deve prevedere anche un intervento di recupero della piazza della porta con soluzioni che permettano l’attraversamento sicuro e prioritario per pedoni e ciclisti;
    • Complesso militare S. Annunziata-Staveco, Convento di S. Michele in Bosco e Istituto ortopedico Rizzoli: le trasformazioni di questa parte di città devono realizzare, nel loro insieme, una nuova porta di accesso alla collina, mediante la rifunzionalizzazione e il recupero degli edifici d’interesse storico per la realizzazione di nuove attrezzature e spazi di uso collettivo. La destinazione degli immobili a sedi di enti e organismi statali (Ministero dei Beni Culturali, Ministero dell’Interno, Ministero della Giustizia), non deve portare alla realizzazione di spazi chiusi e inaccessibili ma garantire attraversamenti dell’area e connessioni tra le sue parti. All’interno del perimetro del complesso della S. Annunziata-Staveco deve essere realizzato un sistema di verde pubblico fruibile che realizzi la connessione tra viale Panzacchi, via Codivilla e il parco pubblico di San Michele in Bosco e dell’Istituto Rizzoli. La quantità di verde realizzabile è valutata in sede di progettazione dell’intervento di trasformazione in relazione agli obiettivi di tutela degli edifici e del
      contesto nel suo complesso. L’area deve comunque ospitare un parcheggio pubblico di servizio alla collina, all’ospedale Rizzoli e al centro storico. Eventuali nuovi interventi di potenziamento dell’ospedale Rizzoli, compatibilmente con i vincoli e livelli di tutela previsti dal Piano e dalla Tavola dei vincoli, devono provvedere al miglioramento del livello di accessibilità mediante la realizzazione di parcheggi pertinenziali o di un efficiente trasporto pubblico, di cui all’ Azione 3.3d >>;
    • Giardini Margherita: il principale giardino-parco urbano, conservando la propria destinazione, deve giocare un nuovo ruolo nel sistema degli accessi alla collina attraverso la ristrutturazione del sistema di relazioni tra il centro (zona di via S. Stefano, complesso del Baraccano), piazza della porta S. Stefano e i Giardini stessi e facilitare i collegamenti di tipo pedonale e ciclabile. I Giardini devono essere tutelati e restaurati con attenzione alla conservazione dell’immagine storica e deve essere perseguito il pieno recupero degli edifici presenti per aumentare l’offerta di servizi, anche con l’introduzione di servizi innovativi, come sta accadendo con la riqualificazione delle ex serre comunali, nel rispetto delle disposizioni di tutela contenute nel Decreto di vincolo del Ministero dei Beni e delle attività Culturali;
    • Complesso Monumentale della Certosa e Stadio Renato Dall’Ara: il complesso della Certosa, pur costituendo un servizio specialistico per la città, rappresenta anche un monumento permanente di memoria e di interesse storico architettonico. Il ruolo urbano è enfatizzato dalla connessione del portico della Certosa con quello del santuario della Madonna di San Luca, costruito nel 1811. Lo Stadio è invece stato costruito a partire dal 1925, affiancato allo stesso portico. Utilizzato per i principali eventi sportivi della città, ma anche per manifestazioni politiche, culturali e commerciali, è considerato uno dei migliori campi di gioco italiani ed europei, anche se necessita oggi di un consistente intervento di restauro e riqualificazione funzionale (vedi Azione 3.3f >>). Il complesso della Certosa, insieme allo stadio, al santuario della Madonna di San Luca e ai giardini pubblici che li circondano, devono essere valorizzati, connessi e resi attraversabili come un unico sistema di servizi non solo specialistici, ma anche ad uso della cittadinanza;
    • Stazione ferroviaria di Bologna Centrale e Dopo Lavoro Ferroviario: la stazione centrale di Bologna, attiva dal 1859, è una delle infrastrutture storiche cui si deve lo sviluppo “moderno” della città. Il suo carattere storico convive con la funzione di porta di accesso alla città e al territorio (vedi Azione 3.1d >>) e di polo metropolitano integrato (vedi Azione 3.3b >>). Questo carattere è destinato ad evolvere assumendo il ruolo di importante cerniera verso la parte nord della città, realizzando una maggiore permeabilità degli elementi di attraversamento del fascio dei binari sia nella zona del ponte Matteotti e della stazione sia in quella del Dopo Lavoro Ferroviario. Quest’ultimo, istituito nel 1925 quale struttura interna delle Ferrovie dello Stato con lo scopo di promuovere il “sano e proficuo impiego” delle ore libere dei ferrovieri, è oggi da valorizzare sia attraverso il recupero degli edifici sia attraverso la ristrutturazione del sistema di relazioni con i tessuti posti nel suo intorno.
       
2200
> Prescrizioni per gli interventi edilizi  
Eventuali interventi diretti devono contribuire alla realizzazione della presente Azione o qualora l’intervento non possa contribuire per ragioni di scala, questo non deve essere in contrasto né
compromettere la fattibilità della presente Azione. Nel caso di interventi inclusi nei tessuti specializzati individuati dal Piano, che non siano connessi con le destinazioni sopra richiamate, valgono le prescrizioni contenute nelle Azioni 2.4a >> e 2.4c >>.
2201
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Azione 2.4c Garantire la conservazione del patrimonio d’interesse storico architettonico e culturale testimoniale


 

> Descrizione  
Il Piano riconosce gli edifici e gli elementi che appartengono all’eredità urbana storica, in base al valore ad essi riconosciuto nel tempo e alla permanenza dei caratteri fondamentali. Il Piano si propone di essere uno strumento di stimolo e raccolta del patrimonio informativo necessario ad un adeguato approccio al tema del patrimonio storico di interesse storico-architettonico e culturale e testimoniale, nella consapevolezza che la conoscenza è la premessa per la conservazione.
 
2202
L’individuazione degli edifici d’interesse è stata effettuata a partire dalla ricostruzione della
conoscenza dei diversi censimenti affrontati dagli strumenti urbanistici del Comune di Bologna e dal confronto con le banche dati della Sovrintendenza e dell’Istituto Beni Culturali. Attraverso il confronto dei censimenti disponibili e alla rilettura dei criteri utilizzati è stata definita la catalogazione degli edifici per il Piano, secondo le categorie proposte dalla Lr 24/2017. Per gli edifici d’interesse sono definite adeguate categorie di intervento, come individuate dalla normativa edilizia.
2203
La riconoscibilità del valore del patrimonio storico è inoltre perseguita attraverso la valorizzazione dei portici e delle pertinenze storiche, che completano i caratteri identitari del paesaggio storico urbano di Bologna.
 
2204
> Campo di applicazione  
L’azione si applica ai seguenti elementi del Catalogo dati cartografici:
  • elementi puntuali d’interesse >>;
  • portici >>;
  • parchi di interesse storico >>;
  • pertinenze storiche e urbanistiche >>.
e ai seguenti elementi della Tavola dei vincoli- Testimonianze storiche e archeologiche >>:
  • edifici d’interesse e pertinenze - edifici d’interesse culturale e testimoniale
  • edifici d’interesse e pertinenze - edifici d’interesse storico-architettonico;
  • edifici d’interesse e pertinenze - edifici d’interesse storico-architettonico del Moderno
    .
2205
> Definizione  
Sono edifici d’interesse, gli edifici che costituiscono il patrimonio costruito di interesse storico-architettonico, storico-architettonico del Moderno nonché culturale e testimoniale del Secondo Novecento (Azione 2.4 d >>) ai sensi del comma 8 dell’art. 32 della Lr 24/2017.
 
2206
Gli edifici d'interesse sono articolati come segue:
  • Edifici d’interesse storico-architettonico (SA): organismi architettonici complessi, nei quali l’assetto originario storicamente definito di strutture tipologiche specializzate o legate a funzioni residenziali, spesso di rilevanza monumentale, presenti sia nel Territorio urbano che nel Territorio rurale, è ancora riconoscibile; tra questi edifici sono compresi, per specifica disposizione di legge, gli immobili riconosciuti come "beni culturali" dalla disciplina nazionale;
  • Edifici d’interesse culturale e testimoniale (CT): edifici che testimoniano i caratteri peculiari del paesaggio urbano e rurale, con valori di facciata e di impianto tipologico nei quali si possono riconoscere ancora oggi gli elementi distintivi e che non hanno subito modifiche sostanziali nel tempo;
  • Edifici d'interesse storico-architettonico del Moderno (SAM): edifici che testimoniano la cultura architettonica moderna, realizzati a partire dai primi anni del XX secolo fino al 1949.
  • Edifici d'interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento (CTN): edifici d'interesse culturale e testimoniale realizzati a partire dal 1950 fino alla fine del secolo scorso (vedi Azione 2.4d >>).
     
2207
Pertinenze storiche urbanistiche (P_S): spazi aperti di pertinenza degli edifici storico-architettonici, la cui perimetrazione è desunta dalle mappe del 1884, e che presentano ancora testimonianze di impianto e segni residuali di “vaste aree verdi” di antica pertinenza.
 
2208
Il Piano individua inoltre i seguenti elementi:
  • Elementi puntuali d’interesse: gli elementi puntuali d'interesse sono manufatti di diverso tipo, quali elementi tipologici caratterizzanti il rapporto tra spazio pubblico e privato (androni, porticati e loggiati), oppure manufatti accessori caratterizzati dalla presenza di elementi decorativi.
  • Portici: un portico o porticato è un elemento edilizio coperto al piano terreno degli edifici, intervallato da colonne o pilastri aperto su uno o più lati verso i fronti esterni dell’edificio di norma aperto verso i fronti esterni dell'edificio. Il portico può essere elemento decorativo nella facciata o nel fianco di palazzi, oppure area di passeggio o di riparo lungo le vie e attorno alle piazze.
  • Parchi d’interesse storico: parchi e giardini che per impianto, composizione vegetale e presenza di manufatti architettonici e artistici sono detentori di particolare valore per la città.
     
2209
> Indirizzi per le politiche urbane  
Il Comune continua l’operazione di restauro e rifunzionalizzazione di edifici d’interesse storico per la localizzazione di luoghi pubblici destinati ad attività sociali e culturali, ricercando sempre nuove soluzioni di raccordo tra valore storico e valore d’uso dei beni, in una logica di continua rigenerazione della città che non dimentica la sua storia..
 
2210
Il Comune valorizza il portico come elemento di grande rilievo architettonico e urbano e, consideratone l’unicità, ne propone la tutela attraverso il percorso di candidatura a patrimonio
dell’umanità UNESCO. Il Piano di gestione è lo strumento di coordinamento finalizzato a tutelare efficacemente l’eccezionale valore universale del bene tutelato e riguarda, oltre ai portici selezionati per la candidatura, una “buffer zone”, ovvero i “territori cuscinetto” che connettono i tratti dentro un unico percorso di fruizione. Il Comune incentiva la conservazione di tutti i portici come patrimonio della città e richiede attenzione e cura negli interventi e nelle forme di occupazione.
 
2211
> Condizioni di sostenibilità per gli interventi urbanistici  
Le proposte di Accordo operativo che interessano, coinvolgendoli direttamente o indirettamente, elementi del patrimonio di interesse storico architettonico e culturale testimoniale, devono garantire il recupero di detto patrimonio e delle relative pertinenze, nonché la valorizzazione della memoria storica e l’inserimento coerente dei nuovi interventi.
 
2212
> Prescrizioni per gli interventi edilizi  
Le presenti prescrizioni costituiscono le norme di tutela degli edifici di particolare interesse
storico-architettonico o culturale e testimoniale, ai sensi dell’articolo 32, comma 8, della L.R. n. 24.
 
2213
> Edifici  
Per gli Edifici d’interesse di cui alla presente Azione sono ammessi esclusivamente interventi di
Qualificazione edilizia conservativa secondo le categorie di intervento, le modalità e le prescrizioni definite nel Regolamento edilizio - art. 73 >>.
 
2214
Tutti gli interventi devono privilegiare la conservazione dei caratteri tipologici originari ed essere
compatibili con l’impianto distributivo e la morfologia degli spazi originari, senza modifiche di
composizione architettonica dei prospetti e configurazione generale dei principali ambienti interni, delle scale principali e degli androni.
 
2215
Gli interventi su immobili soggetti a vincolo, ai sensi degli artt. 10 e 12 del Codice dei beni culturali e del paesaggio - Dlgs 42/04 e s.m.i., devono essere autorizzati dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici secondo le procedure previste dal medesimo Codice; sono comunque ammessi interventi di qualsiasi tipo, purché autorizzati.
 
2216
E’ ammessa la demolizione degli edifici d’interesse, qualora l’edificio venga interessato da opere, interventi e programmi di intervento di rilevante interesse pubblico, definiti mediante Accordo di Programma di cui all’art. 59 della l.r. 24/2017 o da opera pubblica o di interesse pubblico ai sensi dell’art. 53 comma 1 lettera a) della l.r. 24/2017, nonché da opere di interesse statale di cui all’art. 54 della l.r. 24/2017. In tal caso il progetto dovrà dimostrare l’impossibilità di conservare i suddetti edifici e la demolizione potrà avvenire solo contestualmente all’inizio lavori dell’opera. Nel caso di previsione di demolizione di edificio di interesse, dovranno essere effettuate le verifiche in merito all'assetto vincolistico degli edifici d'interesse coinvolti e qualora fossero vincolati ope legis o con provvedimento diretto, ai sensi degli artt. 10 e 12 del Codice dei beni culturali e del paesaggio - Dlgs 42/04 e s.m.i., la valutazione sulla demolizione dovrà essere discussa con la Soprintendenza e la Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale presso il Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna. Qualora gli edifici di interesse di cui si prevede la demolizione non dovessero essere vincolati ai sensi dell'art. 10 del D.lgs. 42/2004 e s.m.i., dovrà essere considerata la valenza storica e testimoniale che l'edificio assume nel contesto storico e architettonico di pertinenza, valutandone in via prioritaria il recupero e la valorizzazione.
 
2217
E’ sempre ammessa la ricostruzione di edifici, o parti di essi, crollati e demoliti, purché sia possibile accertarne la preesistente consistenza nei termini di legge (DPR 380/2001 art.3 comma 1 lettera d). La ricostruzione, finalizzata alla reintegrazione del paesaggio storico, avviene nelle forme del ripristino tipologico, come meglio definite dal Regolamento edilizio - art.73 comma 4 >>. Nel caso di immobili sottoposti a tutela ai sensi del Codice Beni culturali e paesaggio gli interventi sono preventivamente autorizzati dalla competente Soprintendenza.
 
2218
> Portici  
Il portico e tutti i suoi elementi (pilastri o colonne con relativi capitelli estesi, soffitto, muro di sottoportico e pavimento) vanno intesi come parte integrante la facciata degli edifici; pertanto gli interventi debbono ricondursi ai criteri di conservazione, ripristino e restauro degli edifici, con l’uso dei materiali tradizionali. Non sono ammessi interventi che limitino la funzionalità e la fruibilità pubblica del portico (vedi Azione 1.1a >> e Regolamento edilizio - art.36 >>).
 
2219
La costruzione dei portici destinati al pubblico transito è obbligatoria quando prevista dagli interventi urbanistici che prevedono strade porticate e laddove il portico venga ritenuto necessario dall'Amministrazione Comunale in relazione alle caratteristiche della strada o alla fisionomia dell'ambiente. La costruzione dei portici deve avvenire con riferimento alle indicazioni contenute nel Regolamento edilizio - art 36 >>.
 
2220
> Spazi aperti e altri elementi  
Elementi puntuali: per tali elementi è necessario garantire il buono stato di conservazione attraverso una manutenzione costante. Questi elementi non possono essere distrutti, né manomessi, né rimossi dal contesto in cui sono inseriti, a meno che la rimozione sia indispensabile per la loro conservazione. I manufatti di pertinenza stradale, in caso di modifica o trasformazione dell'asse viario, devono trovare una nuova collocazione coerente con il significato storico, percettivo e funzionale originario.
 
2221
Pertinenze storiche urbanistiche (P_S): gli interventi che interessano l’originario perimetro della pertinenza devono valorizzare gli elementi permanenti ed eventualmente ricostruire il disegno unitario. Gli elementi, anche verdi, che si trovano all’interno delle aree di pertinenza storica e che caratterizzano l’impianto storico non possono essere distrutti, né manomessi, né rimossi dal contesto in cui sono inseriti, a meno che la rimozione sia indispensabile per la loro conservazione. Gli elementi “verdi” possono essere “sostituiti” con altri esemplari più giovani ma deve essere garantito il sesto di impianto coerente con il significato storico, percettivo e funzionale originario.
 
2222
Parchi d’interesse storico: Il Piano riconosce il valore ambientale e paesaggistico dei parchi d’interesse storico e ne persegue il mantenimento delle caratteristiche strutturali e morfologiche, per come specificato nel Regolamento edilizio - art. 47 >>. 2223
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Azione 2.4d Valorizzare l’architettura e gli agglomerati d’interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento


 

> Descrizione  
Il paesaggio urbano storico non è costituito solo dall’eredità più antica della città (le parti centrali, gli edifici storici) ma anche dal patrimonio moderno e contemporaneo che ha contribuito a dare forma e connotazione alla città nella sua totalità.
 
2224
L’impianto urbanistico degli agglomerati d’interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento e le architetture d’interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento sono importanti testimonianze della tensione verso la modernità che la città ha dimostrato nel Novecento. Le parti di città che ne derivano sono ricche di dotazioni e attrezzature pubbliche e ancora oggi dimostrano un buon bilanciamento tra edificato e spazio aperto. L’impianto urbanistico, le tipologie edilizie sviluppate e il linguaggio architettonico utilizzato sono da valorizzare come eredità formale e concettuale attraverso il mantenimento dell’equilibrio tra gli spazi pubblici e privati, la persistenza dei caratteri culturali e testimoniali degli edifici, con particolare riferimento agli spazi comuni, e una adeguata cura e manutenzione dei luoghi, anche attraverso il concorso dei cittadini.
 
2225
Gli edifici facenti parte di questo periodo presentano un’ampia gamma di tecnologie costruttive e materiali, anche di tipo sperimentale, e pertanto il recupero dell’edificio deve essere valutato in funzione delle caratteristiche specifiche. Si persegue un completo utilizzo degli edifici e una valorizzazione della memoria storica dei luoghi, consentendone l’adattabilità alle mutate esigenze insediative nel rispetto dell’impianto urbanistico e dei caratteri architettonici originari, desumibili dalle ricerche d’archivio.
 
2226
> Definizione  
Edifici d'interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento (CTN): edifici individuati sulla base dell'attenzione e del riconoscimento critico loro attribuito dalla letteratura di settore e dagli organi competenti (Ministero Beni Culturali e Istituto Beni Culturali), realizzati a partire dal 1950 fino alla fine del secolo scorso. Gli edifici d'interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento sono parte degli Edifici d’interesse individuati dal Piano e descritti nell’Azione 2.4 c >>.
 
2227
Agglomerati d’interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento: parti di città pianificate con strumento urbanistico attuativo per la realizzazione di edilizia residenziale pubblica e riconosciuti dalla letteratura come significativi.
 
2228
> Campo di applicazione  
L’azione si applica ai seguenti elementi del Catalogo dati cartografici:
  • Agglomerati d’interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento >>;
e ai seguenti elementi della Tavola dei vincoli - Testimonianze storiche e archeologiche >>:
  • edifici d’interesse e pertinenze - edifici d'interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento - (CTN)
     
2229
> Indirizzi per le politiche urbane  
Il Comune promuove progetti di rivitalizzazione e recupero degli spazi comuni e pubblici degli agglomerati d’interesse del Secondo Novecento, favorendo la valorizzazione dell’interesse testimoniale e culturale anche attraverso percorsi di condivisione e partecipazione della cittadinanza e delle professionalità specifiche (università, ordini professionali).
 
2230
Il Comune integra le politiche di valorizzazione degli spazi comuni e pubblici appartenenti agli agglomerati del Secondo Novecento o all’architettura di valore culturale e testimoniale del Secondo Novecento con le politiche di tutela dei portici, con particolare riferimento alla candidatura Unesco.
 
2231
Il Comune promuove la manutenzione degli edifici del Secondo Novecento di proprietà pubblica, in collaborazione con gli enti gestori, anche attraverso nuove forme abitative (vedi Azione 2.1c >>).
 
2232
> Condizioni di sostenibilità per gli interventi urbanistici  
Negli agglomerati d’interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento non sono ammessi interventi di Addensamento o sostituzione urbana mentre sono ammessi interventi di Ristrutturazione urbanistica che, nel rispetto dei caratteri del disegno urbanistico originario, consentano interventi di miglioramento delle prestazioni degli edifici, con particolare riferimento all'accessibilità e alla qualità antisismica. Le proposte progettuali dovranno valorizzare gli edifici d’interesse, qualora presenti nell’area di intervento, e riqualificare gli spazi pubblici adiacenti.
 
2233
E’ ammesso l’Addensamento e sostituzione urbana esclusivamente nel caso di Piani attuativi di
iniziativa Pubblica, nel rispetto dei caratteri del disegno originario.
 
2234
> Prescrizioni per gli interventi edilizi  
Per gli edifici d'interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento - CTN sono consentiti interventi di Qualificazione edilizia con le seguenti prescrizioni:
  • la Qualificazione edilizia trasformativa è ammessa esclusivamente nei casi in cui le condizioni di stabilità dell’edificio, a seguito di verifica effettuata dal tecnico abilitato, risultino caratterizzate da gravi e diffusi dissesti statici delle strutture o da un grave deficit di sicurezza nei confronti delle azioni sismiche, calcolato a seguito della valutazione globale secondo quanto specificato nel Regolamento edilizio;
  • il progetto deve rispettare le caratteristiche tipologiche, morfologiche ed architettoniche dei piani attuativi di riferimento;
  • deve essere mantenuto l’equilibrio tra gli spazi pubblici e privati e la persistenza dei caratteri culturali o testimoniali degli edifici, con particolare riferimento agli spazi comuni.
     
2235
Gli edifici sottoposti a vincolo ai sensi degli artt. 10 e 12 del Codice (Dlgs 42/04 e s.m.) sono soggetti all’autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici.
 
2236
Nei restanti edifici degli agglomerati d’interesse culturale e testimoniale del Secondo Novecento sono ammessi interventi di qualificazione edilizia conservativa e trasformativa nel rispetto dell'assetto urbanistico definito dallo strumento urbanistico attuativo e nel rispetto del mantenimento degli usi non residenziali che riguardano interi edifici, quali in particolare pubblici esercizi, strutture ricettive, servizi ricreativi, servizi sociali e di interesse generale.Pertanto negli edifici interamente adibiti ad usi non residenziali di cui sopra non è ammesso il cambio d’uso verso la funzione residenziale (A1 e A2).
 
2237
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